La Cei non può restare del tutto indifferente mentre la base del clero ribolle. Il governo propone uno scambio "mercantile", negoziando l'approvazione di leggi care al Vaticano (che poi siano anche libertarie… non si può aver tutto). Ma forse ciò non è sufficiente agli occhi dei cattolici italiani.
Nel seguito, l'articolo di
Marco Politi, dal titolo
Che imbarazzo avere l’imputato in chiesa, pubblicato ne "il Fatto Quotidiano" dello scorso 19 febbraio.
Che imbarazzo avere l’imputato in chiesa
di Marco Politi
in “il Fatto Quotidiano” del 19 febbraio 2011
Come la nuvola di Fantozzi un velo di vergogna e imbarazzo si stende su Palazzo Borromeo, l’ambasciata d’Italia presso il Vaticano, dove si commemora l’anniversario dei Patti lateranensi. È la giornata dell’umiliazione dei nuovi rapporti Wikileaks sul premier “danno per l’Italia”, delle ultime rivelazioni sulle ninfette nude del bunga bunga. In Germania un ministro trema solo perché ha copiato qualche pagina della tesi di laurea.
Dalla fondazione della Repubblica mai un vertice Stato-Chiesa si è svolto in un tale clima di faticosa formalità, fredda protocollarità, forzosa cortesia.
NELLE SALE tardo rinascimentali – dove da Spadolini a Moro ad Amato, fino a Ciampi e Prodi i rappresentanti italiani hanno colloquiato con i cardinali segretari di Stato Casaroli, Sodano e Bertone – Berlusconi è il primo presidente del Consiglio a presentarsi davanti ai porporati con l’accusa di favoreggiamento di prostituzione minorile e concussione.
Quando scende dalla macchina nera e avanza ingessato verso l’ingresso, gli chiediamo come sta? Rimane con la mano alzata e dalle labbra serrate non gli viene una risposta. Un’ora dopo, rientrando a Palazzo Chigi, alla domanda sui colloqui replica con il sorriso incollato: “Benissimo, come sempre”. Asciutto il commento delle fonti vaticane: “Incontro formale, normale, protocollare”. Napolitano puntualizza laconico: “È andata come doveva andare". Poi soggiunge che tra Italia e Santa Sede il clima è di “cordialità”.
In effetti nell’unico momento in cui la stampa è stata ammessa nel salone della riunione Bertone parlava cordialmente con Napolitano, voltando la schiena al premier, mentre Bagnasco ascoltava in silenzio Berlusconi.
Muto è arrivato il presidente della Cei insieme a Bertone, muti sono ripartiti.
L’incontro si è svolto in due tappe. Prima una riunione intergovernativa bilaterale: Berlusconi, il ministro degli Esteri Frattini e Gianni Letta confronto con il Segretario di Stato vaticano cardinale Bertone, il Sostituto mons. Filoni e mons. Mamberti (Esteri). È lì che il premier ha aperto la sua cartelletta al primo punto ha garantito che la maggioranza di centrodestra farà passare a marzo la legge sul testamento biologico con la nutrizione e l’idratazione obbligatoria. Successivamente nella sala sono entrati il capo dello Stato Napolitano, i presidenti di Senato e Camera (Berlusconi e Fini si sono dati una protocollare stretta di mano, la prima dalla rottura), i ministri Alfano e Tremonti, mentre da parte ecclesiastica sono arrivati il cardinale Bagnasco presidente della Cei e il segretario generale mons. Crociata. Al termine dell’incontro, premier e presidente della Cei hanno avuto un breve scambio di vedute. Berlusconi che tentava di essere loquace e disinvolto, Bagnasco più pallido e formale che mai.
VATICANO e Cei hanno già deciso la linea: non schierarsi, attendere gli eventi, appoggiare Napolitano nella difesa delle regole costituzionali, portare a casa più punti possibili. Dopo il testamento biologico ed eventuali altre agevolazioni agli enti ecclesiastici, i vertici della Chiesa puntano a ottenere riconoscimenti maggiori per le scuole private cattoliche sino all’automaticità del finanziamento. I cardinale Scola sostiene che finanziare le “scuole libere, cattoliche e no, è un principio di libertà”. Il consiglio nazionale dell’Associazione dei genitori degli alunni iscritti alle scuole cattoliche (Agesc), che si riunisce domani a Firenze, batte invece tasto sul “risparmio” che lo Stato farebbe dando soldi alle private, i cui alunni sono peraltro in calo. “Il 20 per cento dei genitori è costretto per motivi economici a rinunciare all’esercizio della propria libertà di scelta della scuola per i figli”, lamenta l’Agesc. Ed è anche per questo che la gerarchia ecclesiastica non vuole rompere apertamente con Berlusconi.
Ma la base del clero ribolle. Giorni fa a Vittorio Veneto il segretario della Cei Crociata a una riunione di preti ha esclamato: “Dobbiamo ricordare che ciò che è immorale, è immorale. E che lo stravolgimento delle istituzioni, è stravolgimento”. Però, ha soggiunto: “C’è bisogno di fare proclami o di dirlo ad alta voce? Vi invito a placare gli animi, certo ardore è inopportuno”. Resta da vedere fino a quando gli equilibrismi funzioneranno.